Meta.

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islanda

Meta.

La metà di viaggio è VIA. Via da qui per andare a conoscersi meglio in un luogo nuovo.

Arriva un momento in cui scegliamo una destinazione, per ritrovare quella metà di noi che non può venire fuori se restiamo fermi al punto di partenza. E la partenza è il primo passo. Bisogna iniziare da molto vicino per andare lontano. Partiamo da un sogno e portiamoci la realtà. Andranno d’accordo.

Noi esseri umani siamo composti al 60 % circa di acqua e come lei, che viaggia per ritornare al mare, così noi lo facciamo per tornare a noi stessi.

Io scelsi l’Islanda per trovare la mia metà.

Non si creda, ma Ella è un’isola discreta, un po’ timida, lì sopra l’Europa, e non si da arie nonostante sia spesso fredda.

Ti dirò cosa ho imparato da Lei.

L’Islanda mi ha insegnato ad affidarmi. Bisogna sottrarsi ai non luoghi e concedersi a un luogo, non comune: osservarne le ombre, annusarne i colori e sentirne i profumi. Confondiamo i sensi! ascoltiamo il vento con la pelle! Esso toglie la polvere dai volti mostrandoli alla luce.

Nel parco nazionale di Thingvellir (magico luogo dell’isola) fu fondato uno dei primi parlamenti al mondo: e puoi quasi vederli, quei politici fantasmi che ti sussurrano: “è ora di avere il coraggio dei tuoi sentimenti. La lealtà verso se stessi e verso l’altro è precisa responsabilità dell’uomo”.

L’Islanda mi ha insegnato a leggere. A leggere le nuvole, così leggere. Il cielo è perduto senza di loro! Esse sono le sue parole, la pioggia i suoi puntini di sospensione e gli arcobaleni i suoi punti esclamativi. Camminare a testa bassa ci fa perdere tanti discorsi. Eleviamoci: il sole è la nostra torcia universale. È la prima donna del nostro sistema: se è coperto, sta solo cercando di attirare l’attenzione, ricordiamoci di salutarlo quando ne abbiamo la possibilità.

L’Islanda insegna ad aspettare. E aspettarci. Prendiamoci il nostro tempo perché la natura ha il suo. I geysers non eruttano quando decidiamo noi. Loro si fanno desiderare, non per vanità (oddio, anche), ma per farci posare cellulari e macchine fotografiche. Vogliono che li guardiamo con gli occhi. Senza lenti, senza filtri.

Impariamo da loro a scegliere il momento autentico: l’uomo ideale commina veloce, tranne quando i passi sono importanti. E ascoltiamoci. Dettifoss è la cascata più imponente d’Europa. Se non ti senti bene, non servirà urlare. Che il segreto sia nel silenzio? Le pause rendono uniche la musica. Dettifoss toglie le parole per lasciarti spazio e permetterti di affinare l’udito.

L’Islanda insegna a meravigliarsi. L’aurora boreale, la cascata di Godafoss, e i fiordi mi hanno mostrato come potersi stupire sia un dono della vita. E vivere è un dono dello stupore. Abbiamo tanta fretta di diventare grandi…culliamo piuttosto il nostro bambino interiore. La forza dell’acqua, della luce e della terra si manifestano in questo paese con una semplicità unica. Ci sentiamo ancora così grandi? Perdiamo in partenza, eppure lì, mi sono sentita tanto ricca. La natura ha la capacità di essere solamente ciò che è, raccontando ogni volta una storia diversa. Tu ascoltala bene e impara la morale.

La morale in questo caso è che bisognerebbe partire senza mappa. Non è la meta che conta. È la metà, la tua, quella dolce.

Io la mia l’ho trovata in Islanda e alla fine di un viaggio meraviglioso sono tornata, o forse no. Che mica mi sento la stessa di prima.
Cosa aspetti?

Per un viaggio davvero speciale consultate il sito https://www.facebook.com/Viagginmente.com.Islanda.Groenlandia/  e contattate Manuela Aprile. Ne approfitto per ringraziarla nuovamente per la bella avventura che mi ha organizzato.

11 pensieri su “Meta.

      1. Magari potessi! Il ghiacciaio Watn…….le cascate Golfoss…..non li so scrivere quei nomi impronunciabili!!!! E il cielo e l’acqua artica, i soffioni boraciferi…un sogno…ed una meta. Ciao! Giusy

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