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-Mente.

Vivere il momento significa rimanere nel presente, ma occhio che finire a vivere il mo-mento è un attimo.
Franca-mente, Serena-mente, Chiara-mente…è rimasto qualcuno a dire la verità?
E tu credi davvero a tutto quello che ti racconti?
Se non ti senti bene parla più forte, ma poi ascoltati: essere pronti a rendersi conto è il primo passo.

Come con un sentimento. Un sentimento, uno intero. Che metà è solo senti. O peggio ancora, mento.
Donne sfatiamo questo mito: le dimensioni contano!
Quelle del cervello ad esempio, quelle del cuore soprattutto.
Sottotutto invece facciamo terapia d’arte e affidiamoci al bello, che se siamo davvero noi stessi siamo più di noi stessi.

Mettiamo lenti a contatto per  guardare oltre le apparenze e costruiamo un un mo(n)do nuovo:
– dove ridiamo di noi stessi prima che degli altri;
– dove in amore vince chi lo fa;
– dove il con-te-sto fa la differenza.

A volte basta seguire il giusto esempio: onesta-mente, sincera-mente e libera-mente.
Queste le tre divinità cui affidare la nostra materia, quella grigia. Per trasformarla in arcobaleno.

©Gloria A 2016

mondo

Porte.

E’ importante che la porta porti, altrove.
Da una parte, ad esempio, nell’ovunque: dove invece che sopportarsi, gli uomini si supportano a vicenda. Dove ogni giorno dal porto le navi partono per il mare aperto. Dove l’indifferenza si deporta e l’amore si importa.
Potrei continuare, ma mi fermo qui. Che a volte, chi si ferma non è perduto, ma semplicemente arrivato e sta cercando le chiavi per entrare.

Il problema con le porte è se bussa qualcuno. Ti senti pronto? Che rapporti vuoi?
E una volta aperto, dove andiamo? Al punto. Che è facile da scrivere, molto più difficile da mettere.
Ma è inutile chiudere porte se si continua a guardare dallo spioncino.

Se ci accontentiamo di poco tenderemo a darci ancora meno.
Arriva il momento in cui non ci basta più quello che non è e iniziamo a rimetterci in forma: smettiamo col tiro a indovinare e il tiro conclusioni affrettate e iniziamo ad allenare il cuore, che a usarlo, non si forma alcun acido, neanche quello lattico.

I portali servono a far andare le parole di pari passo con i fatti, altrimenti restano chiacchiere.
– Quindi dove andiamo?
– Al dunque.
E se ogni volta che chiudi una porta ti si apre un portone, cambia casa, che forse non è cosa. E lascia fare al caso.
Sono certa che abbia un piano per ognuno di noi.
E presto ce lo farà suonare.

©Gloria A 2016

porte 1

 

 

Tempi.

Vi faccio presente che è tutto passato.
E tutto passa. L’avete salutato?
Tranquilli, le occasioni mancate non mancano mai.
Tu che verbi usi? Quanto sei presente?
L’era glaciale, l’era dell’Aquario, l’era tecnologica, l’era… ma l’è? quando diamo spazio all’è?
Forse dovremmo fare i conti con questo passato: 3 pomodori, 2 cipolle, 4 carote. Ormai lo avremo digerito.

Siamo un posso senza fondo: vogliamo il senno di poi, ma lo vogliamo adesso! Eppure, la vera esperienza è quello che ci rimane quando non otteniamo quello che volevamo.
Tutto pass-erà. Ecco, anche nel futuro c’è il passato. Imperfetto peraltro. Il che spiega parecchio.

– Per quanto riguarda il presente?
– Per tutto il tempo che lui fissa me.

Prendiamo ad esempio la giraffa. Lei, così grande, invidia il gamberetto perché ha il cuore nella testa: lui, si è innamorato oggi e già lo sa.

Quindi, invece di crearci un problema per ogni soluzione, ricordiamoci che ciò che diamo è nostro per sempre. Ciò che teniamo è perso. Per sempre.

Che il segreto sia vivere come se non ci fosse un ieri?

©GloriaA 2015

giraffa