Porte.

E’ importante che la porta porti, altrove.
Da una parte, ad esempio, nell’ovunque: dove invece che sopportarsi, gli uomini si supportano a vicenda. Dove ogni giorno dal porto le navi partono per il mare aperto. Dove l’indifferenza si deporta e l’amore si importa.
Potrei continuare, ma mi fermo qui. Che a volte, chi si ferma non è perduto, ma semplicemente arrivato e sta cercando le chiavi per entrare.

Il problema con le porte è se bussa qualcuno. Ti senti pronto? Che rapporti vuoi?
E una volta aperto, dove andiamo? Al punto. Che è facile da scrivere, molto più difficile da mettere.
Ma è inutile chiudere porte se si continua a guardare dallo spioncino.

Se ci accontentiamo di poco tenderemo a darci ancora meno.
Arriva il momento in cui non ci basta più quello che non è e iniziamo a rimetterci in forma: smettiamo col tiro a indovinare e il tiro conclusioni affrettate e iniziamo ad allenare il cuore, che a usarlo, non si forma alcun acido, neanche quello lattico.

I portali servono a far andare le parole di pari passo con i fatti, altrimenti restano chiacchiere.
– Quindi dove andiamo?
– Al dunque.
E se ogni volta che chiudi una porta ti si apre un portone, cambia casa, che forse non è cosa. E lascia fare al caso.
Sono certa che abbia un piano per ognuno di noi.
E presto ce lo farà suonare.

©Gloria A 2016

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53 pensieri su “Porte.

      1. Ti porto rispetto da sempre, ancora di più per questo commento. Se non vuoi portare la spesa ti basta telefonare per il cibo da asporto. Anche se in realtà la cosa più bella delle cene è esservi portati da qualcuno che ci piace.

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      1. Data la tua giovane età, immaginavo avresti frainteso; porta pazienza 🙂 il portobello che intendevo è verde, parla e porta il nome di un famoso programma tv sconosciuto a molti ma portatore di ore liete per molti piccini dell’epoca come me. Chiedi a casa… :)) auguri di buon anno. Angela??

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      2. Di Angela conosco solo Piero e figlio. Evidentemente mi confondi 😉 Ma porto pazienza, così come fai tu per la mia ignoranza circa programmi televisivi 😉 moltissimi auguri anche a te, che quest’anno ti porti felicità e voli 😊
        Gloria.
        (Si ma tu invece?come ti nomino?)

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  1. Ricordo di un film,”The others”del regista cileno Amenabar. La protagonista Nicole Kidman è madre di un bambino affetto da una rarissima malattia. Cosa per cui non deve essere esposto alla luce solare.Quindi bisogna sempre controllare che tutte le finestre risultino oscurate e le porte chiuse a chiave. Di conseguenza: quando una porta si apre, è perchè quella di prima è stata già chiusa. Insomma, il mondo è pieno di porte: alcune portano fuori di casa, altri in ambiti sconosciuti degli ambienti domestici. Della serie non aprite quella porta…
    Bel post assai stimolante…
    Un saluto ed un fiore……

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    1. Non ho mai visto il film, credo sia perché lo catalogavo sotto “horror” e sono fifona da questo punto di vista 😉 ma una cosa che hai scritto mi piace tantissimo: quando si apre una porta è perche quella di prima è stata già chiusa. Ecco, ottimo spunto, grazie 🙂 sono contenta ti sia piaciuto! Tu lo hai decisamente completato 🙂

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  2. Un post molto stimolante e ben articolato. Grazie per aver aperto la tua porta io sono entrata molto volentieri. Bella l’immagine E .grazie per essere entrata da me, anche lì la porta era infatti aperta. Buona Epifania. Isabella

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  3. Ciao,
    molto interessante il Tuo blog. Quanto all’ultimo post, con una bellissima composizione di porte multicolori (una vera cannonata) mi ha PORTAto un forte interesse per quello che, in futuro, potrai dire con la Tua (credo indubbia) giovinezza. Ti ho linkato fra i miei amici.
    Buon 206
    banzai43

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  4. continuo ad apprezzare la tua follia.. la apprezzo perchè oltre la forma, folle, con cui esprimi i tuoi post, vi é sotto una sostanza non indifferente, e i contenuti sono, a mio modesto parere, molto profondi. Questa roba del “quando si chiude una porta..” credo sia stata inventata da chi ha incontrato l’anima gemella a 13 anni, l’ha sposata a 23, ha smesso di farci sesso a 33 e l’ha sepellita a 73, cioè da chi nella vita non ha dovuto fare i conti con quella che é la riflessione che ogni mattino io faccio appena sveglio, cioè “ho un carattere di merda”. Da quello che sto capendo, in 35 anni di porte portoni pertugi feritoie breccie, é che quando si chiude una porta, puntualmente proviamo a riapriarla, e non solo quella, anche le vecchie, spesso forzandole con il piede di porco.. perchè l’ottimismo del portone dura i primi dieci minuti di porta chiusa, poi, nelle 3-4 a volte 16 settimane successive, ci ostiniamo a bussare disperati alla porta in questione gridando disperati “perchè é chiusa? riapriamola.. riapriamola..”
    Non importa se la porta la chiudiamo noi o se viene chiusa da altri, per mesi ne restiamo ossessionati..
    riguardo il portone, é vero si apre, ma dal portone entra chiunque, compresi gli animali e, soprattutto, un freddo terrificante che ci abbandona solo quando richiudiamo..
    buona domenica.

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    1. Le porte a volte le riapriamo solo perché già sappiamo da che lato spingere, perché è più facile, perché ci spaventa cosa possiamo trovare aprendo un nuovo varco. Personalmente le porte che chiudo difficilmente le riapro. La chiave di tutte loro è conservata nel mio cuore perché hanno permesso a me di diventare un castello enorme, a più piani, con torri, grotte e passaggi segreti. Ma se si sono chiuse un motivo c’è. Bisogna far tesoro di quel che riceviamo e provare a migliorarci per quello che troveremo quando faremo il primo passo in un nuovo portale. Grazie per le parole, davvero. (Insetti esclusi qualunque animale è ben accetto nelle mie porte 😉)

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      1. una volta chiudevo le porte, ed entravo nei porti, poi come sentivo bussare andavo ad aprire.. mi scusavo per aver chiuso dimenticandomene il perchè lo avessi fatto.. ultimamente ho imparato a comportarmi come te, a chiudere e conservare le chiavi, definitivamente, e in effetti è la scelta migliore..

        Prego 🙂 ci mancherebbe 🙂

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